La traiettoria disinflazionistica globale è ormai consolidata, dato che l’inflazione è scesa significativamente negli ultimi dodici mesi. Le banche centrali dei mercati emergenti hanno iniziato a tagliare i tassi e le banche centrali dei mercati sviluppati probabilmente seguiranno nel corso dell’anno.

A nostro avviso, a prescindere da quale banca centrale dei mercati sviluppati – la Federal Reserve statunitense, la Banca Centrale Europea o la Banca d’Inghilterra – si muoverà per prima, i tagli dei tassi dovrebbero favorire gli asset legati alla duration, come le obbligazioni sovrane. Riteniamo che in una strategia di obbligazioni sovrane sia giustificato aumentare la duration complessiva, visto il probabile calo dei rendimenti.

Tuttavia, i mercati sembrano assegnare una probabilità molto elevata allo scenario economico di atterraggio morbido e favorevole al rischio. Siamo più scettici sul fatto che ciò possa avvenire sulla base dei cicli economici storici. I rischi potenziali di quest’anno sono molteplici e vanno dalla volatilità delle politiche elettorali all’intensificarsi delle tensioni geopolitiche in Ucraina/Russia e Israele/Gaza.

Riteniamo incongruo che le valutazioni degli asset di rischio rimangano così esuberanti. Quest’anno i mercati azionari hanno toccato dei record, mentre gli spread sovrani e creditizi si sono estremamente ristretti. Consideriamo logico avere un’esposizione molto conservativa agli spread. Crediamo opportuno assumere un’esposizione, in assoluto,  corta agli spread creditizi, posizionandoci  per un allargamento degli spread sia nei mercati sviluppati che in quelli emergenti.

Sovrani EM in valuta locale

Come investitori senza vincoli  e veramente globali, continuiamo a vedere opportunità interessanti nell’attuale contesto. Riteniamo che alcune valute e obbligazioni sovrane in valuta locale dei mercati emergenti offrano un potenziale di carry e di rendimento totale interessante. Le obbligazioni sovrane in valuta locale dei paesi emergenti rappresentano oggi circa il 15% degli indici standard dei titoli di Stato globali, rispetto al 4% di 10 anni fa. Si prevede che la ponderazione dei mercati emergenti aumenterà ulteriormente.

EM: an increasingly important part of sovereign bond market
Al momento, la nostra scelta principale è rappresentata dalle obbligazioni sovrane in valuta locale dell’India. Il Paese vanta una forte crescita del PIL, un’inflazione stabile e offre un carry del 7% per una valuta che negli ultimi mesi ha mostrato una volatilità molto bassa. Questi rendimenti si confrontano positivamente con altri mercati asiatici come la Corea del Sud e la Cina. Negli ultimi anni, l’Asia ha dimostrato di essere un continente a bassa inflazione.

Il mercato azionario indiano ha attirato molta attenzione, ma le obbligazioni in valuta locale non hanno registrato afflussi significativi. La situazione potrebbe cambiare con l’ingresso delle obbligazioni negli indici di riferimento sovrani, tra cui quelli di JPMorgan e Bloomberg; ci aspettiamo che molti capitali affluiscano in India, a sostegno della sua bilancia dei pagamenti.

Riteniamo che investire in India oggi sia come investire in Cina negli anni Novanta. Gli ultimi 30 anni sono stati il periodo di crescita della Cina, mentre i prossimi 10, 20 o 30 anni potrebbero essere quelli dell’India.

Prospettive dei mercati di frontiera

Vediamo anche opportunità nei mercati di frontiera, ossia nei Paesi meno sviluppati rispetto ai developed ed emerging market. Sebbene si tratti di uno spazio a più alto rischio, è ricco di opportunità per generare alfa e fornire rendimenti non correlati ai mercati finanziari più ampi.

Uno di questi mercati di frontiera è l’Egitto: dopo la recente svalutazione, riteniamo che la sterlina egiziana sia sottovalutata e interessante per un’esposizione lunga. L’Egitto ha accettato un programma di prestito del FMI, con il sostegno degli Emirati Arabi Uniti e dell’Arabia Saudita, che hanno fornito ampie riserve di valuta estera per sostenere la valutazione della sterlina. L’Egitto confina con Gaza e Israele, quindi è vicino all’epicentro di una crisi geopolitica. Tuttavia, riteniamo che per questo motivo gli Stati Uniti, l’Europa e i principali attori regionali non vogliano che l’Egitto venga spinto in un ulteriore stress finanziario.

In qualità di investitori sovrani attivi, possiamo diversificare il portafoglio individuando paesi che possono trovarsi in fasi diverse del proprio ciclo economico e prendere posizione di conseguenza. Quando si acquistano obbligazioni sovrane in valuta locale, ad esempio, gli investitori sono esposti sia al rischio valutario che al rischio di tasso (duration). In qualità di investitori attivi, siamo in grado di coprire il rischio valutario e, ad esempio, negli ultimi 20 anni le obbligazioni sovrane di mercati emergenti in valuta locale con copertura in dollari hanno registrato una performance nettamente migliore rispetto a quelle senza copertura valutaria.

Riteniamo che diversificando il portafoglio a livello globale e adottando un approccio attivo alla scelta dei tassi, degli spread sovrani o del rischio valutario, abbiamo il potenziale per ottenere rendimenti superiori.

Il valore delle menti attive: il pensiero indipendente

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