I cavalieri dell’Apocalisse: quattro rischi chiave globali

Amadeo Alentorn, Lead Investment Manager, Systematic Equities di Jupiter, esamina alcuni dei rischi che potrebbero causare ulteriore volatilità nei mercati globali.
14 luglio 2025 8 minuti

Nei mesi scorsi, i mercati azionari sono stati gravemente scossi da eventi macroeconomici quando, ad aprile, gli Stati Uniti hanno annunciato alti dazi sulle importazioni. Eppure, le guerre commerciali non sono l’unico rischio all’orizzonte. Di seguito descriviamo quattro possibili scenari che illustrano i vari rischi che potrebbero impattare negativamente i mercati azionari.

Gli investitori possono gestire questi rischi aumentando la diversificazione dei loro portafogli. La nostra strategia global equity market neutral ha dimostrato in passato una bassa correlazione sia ai mercati azionari che obbligazionari ed è quindi stata utile agli investitori come stabilizzatore. Nel mondo incerto in cui viviamo è importante investire in modo resiliente.

Il nostro processo d’investimento non si basa sulle previsioni macroeconimiche o geopolitiche. Riteniamo sia molto difficile farlo in modo accurato. I quattro scenari proposti di seguito non sono da intendersi come previsioni, ma come illustrazione di tipi di eventi che possono generare turbolenze nei mercati. Tutti gli scenari sono ipotetici. Potrebbero concretizzarsi o meno ma sono preceduti da eventi che dovrebbero suscitare preoccupazione. Anche se ci auguriamo che nessuna di queste ipotesi si avveri mai, è giusto che gli investitori siano consapevoli di questi rischi.

RISCHIO 1. Blocco dei rifornimenti di petrolio

I FATTI:

In seguito ai recenti attacchi israeliani e statunitensi sugli impianti nucleari iraniani, l’Iran ha reagito con attacchi missilistici e di droni su Israele e un attacco missilistico alla base aeronautica americana di Al Udeid in Qatar. Il 22 giugno, il Parlamento iraniano ha votato a favore della chiusura dello Stretto di Hormuz. La decisione è in attesa di essere approvata dal Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale.

Situato tra Oman e Iran, lo Stretto di Hormuz collega il Golfo Persico con il Golfo di Oman e il Mar Arabico. È uno stretto canale, ampio circa 33 chilometri nel suo punto più stretto, attraverso il quale passano 20 milioni di barili di petrolio al giorno, circa il 20% del consumo totale globale1. Il petrolio che attraversa lo stretto proviene da Arabia Saudita, Iraq, Kuwait, Emirati Arabi, Iran e Qatar su petroliere con destinazione Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Singapore e Stati Uniti. L’Iran ha sviluppato una serie di asset militari che hanno l’obiettivo di esercitare influenza sullo Stretto, che prevedono migliaia di mine navali, barche per attacchi rapidi, sottomarini, missili antinave e droni.

Lo Stretto di Hormuz a un punto critico.

chart 1

POSSIBILE SCENARIO:

L'Iran chiude lo Stretto di Hormuzinterrompendo le forniture globali di petrolio. Anche se esistono rotte di esportazione alternative, come l’oleodotto Est-Ovest dell’Arabia Saudita e quello al porto di Fujairah degli Emirati Arabi, esse hanno però una capacità limitata e non possono compensare del tutto una chiusura totale dello Stretto. In risposta a una riduzione dell’offerta, il prezzo del petrolio sale. Il petrolio è la linfa vitale dell’economia globale, che alimenta auto, camion, navi e aerei ed è usato per produrre plastiche, fibre sintetiche, solventi, detergenti e vernici. Spedire beni via terra , aerea o navale e produrre beni a base di petrolio diventa più costoso. Le aziende scaricano i costi di trasporto e produzione più elevati sui clienti e l’inflazione aumenta a livello globale. La Federal Reserve americana (Fed) abbandona il programma di taglio dei tassi di interesse. Gli investitori azionari, che si aspettavano una riduzione dei tassi d’interesse da parte della Fed (in aiuto alle aziende e quindi ai prezzi delle azioni), perdono fiducia e l’azionario crolla.

RISCHIO 2. Interruzione della fornitura di microchip

I FATTI:

I microchip sono un’altra risorsa globale fondamentale, alla base di moltissimi oggetti: da computer e telefoni ad auto, dispositivi medicali e macchinari industriali. La produzione più avanzata di semiconduttori si concentra nel Sud-Est Asiatico, soprattutto a Taiwan e in Corea del Sud. Si stima che la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) produca il 90% della fornitura globale di chip per i computer più avanzati1. Le principali aziende statunitensi come Apple e Nvidia dipendono molto da Taiwan per la produzione di chip, anche se progettano i chip su suolo americano.

Il CHIPS and Science Act, approvato dal Presidente Biden nel 2022, si proponeva di rafforzare la produzione di semiconduttori negli USA. Nel 2025, i provvedimenti legislativi del Presidente Trump hanno rimodellato il CHIPS Act per enfatizzare la produzione interna. L’amministrazione Trump ha anche rafforzato i controlli sulle esportazioni per impedire la vendita ad aziende cinese di macchinari per la produzione di chip avanzati. Tuttavia, nonostante TSMC abbia aperto un sito di produzione di chip in Arizona, la tecnologia statunitense rimane profondamente dipendente dalle catene di distribuzione internazionali.

La catena di fornitura dei semiconduttori è globale

Chart 2

POSSIBILE SCENARIO:

Le tensioni tra Stati Uniti e Cina si aggravano fino a sfociare in una guerra commerciale su vasta scala, per la questione della tecnologia. Il Presidente Trump impone che tutti i chip usati nei settori fondamentali siano “Made in America”. In risposta ai controlli più severi di Washington sulle esportazioni e ai requisiti di contenuto interno, la Cina inasprisce i controlli, le multe e introduce nuove regole sulla localizzazione dei dati. Sospende la concessione di licenze e rallenta lo sdoganamento per i beni legati ai semiconduttori. TSMC, stretta tra le richieste politiche contrastanti di Pechino e Washington, sospende alcune delle spedizioni all’estero per evitare di violare le normative di entrambi i Paesi.

Le strozzature delle catene di fornitura peggiorano. I tempi di consegna per componenti di telefoni e auto si allungano. Le azioni di TSMC, Apple, Nvidia e altre aziende tecnologiche calano. Considerando che i titoli tecnologici rappresentano una parte così ampia della capitalizzazione del mercato USA e di quello globale, gli indici generalisti crollano. La stagflazione, un mix di bassa crescita economica e inflazione, domina perché le restrizioni al commercio soffocano la crescita globale e gli shock sul lato dell’offerta alimentano prezzi più alti.

RISCHIO 3. Al Re Dollaro cade la corona

I FATTI:

Il dollaro statunitense è recentemente sceso al livello più basso degli ultimi tre anni rispetto a un paniere composto dalle principali valute. La fiducia nel dollaro, la valuta di riserva più importante al mondo, è stata erosa da un mix di instabilità fiscale interna, politiche commerciali imprevedibili e mutevolezza delle alleanze monetarie globali.

Il debito nazionale statunitense ha superato i $36.200 miliardi e, il 16 maggio, l’agenzia di rating Moody’s ha declassato il credito statunitense sovrano da Aaa ad Aa1. Moody’s prevede che il deficit federale si ampli a circa il 9% del PIL entro il 2035, in crescita rispetto al 6,4% del 2024, e che il debito federale raggiungerà il 134% del PIL entro il 2035, paragonato al 98% del 20242.

Il ‘One Big Beautiful Bill’ dei Repubblicani, un taglio delle tasse indiscriminato e annesso pacchetto di spese che è diventato legge il 4 luglio, aggiungerà diverse migliaia di miliardi di dollari alle passività a lungo termine del governo statunitense. Allo stesso tempo, il Department of Government Efficiency (DOGE), guidato in precedenza da Elon Musk, ha apportato meno tagli alla spesa di quanto promesso, minando ulteriormente la credibilità fiscale. Ad aggravare il problema, la guerra commerciale tira e molla a colpi di dazi dell’amministrazione Trump ha danneggiato la fiducia e portato alcuni investitori internazionali a riconsiderare l’entità della loro esposizione ad asset denominati in dollari statunitensi.

Al contempo, il blocco BRICS+ (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e altre economie emergenti) ha lanciato un sistema di regolamento degli scambi su base diversa dal dollaro e ha fondato il Fondo Monetario BRICS3.

Chart 3 Fonte: Bloomberg al 4/07/2025.

POSSIBILE SCENARIO:

Con l’aumentare della pressione fiscale, gli Stati Uniti affrontano una spesa per la difesa non-programmata in seguito a disordini geopolitici. I dazi sulle importazioni, introdotti nel tentativo di proteggere le industrie a stelle a strisce, alimentano invece l’inflazione. Nonostante una crescita economica rallentata, la Fed è costretta a mantenere i tassi di interesse più alti più a lungo.

A causa del calo delle entrate fiscali e dell’aumento dei costi di copertura del debito, i pagamenti annuali degli interessi sul debito nazionale superano i 1.200 miliardi di dollari. In un contesto di timori crescenti, Moody’s pubblica un secondo downgrade, seguita da S&P e Fitch.

La fiducia degli investitori vacilla. I Treasury americani subiscono un sell-off, facendo salire i rendimenti. La liquidità alle aste dei Treasury si riduce, dal momento che meno investitori sono disposti ad acquistare titoli di Stato USA, rendendo così più difficile per il governo finanziarsi a costi convenienti. Le banche centrali straniere, facendo riferimento a un deterioramento fiscale e a una crescente instabilità politica, riducono le proprie posizioni sul debito statunitense.

Prima delle elezioni di metà mandato del 2026, la polarizzazione politica si intensifica. Nelle città principali degli Stati Uniti sorgono proteste violente. Ancora una volta il Presidente Trump mette in campo la Guardia Nazionale, come aveva già fatto in precedenza per la California, e fa notizia quando afferma di volere ottenere un terzo mandato, nonostante i limiti costituzionali. Lo spettro dell’erosione istituzionale aumenta l’ansia del mercato.

Mentre la domanda per i beni rifugio si sposta dai Treasury americani, l’oro raggiunge nuove vette e la volatilità del mercato azionario è in netto rialzo.

Nel frattempo, la piattaforma di regolamento degli scambi dei BRICS+ prende quota. Entro fine 2026, petrolio, gas naturale e metalli strategici sono sempre più costosi e regolati in yuan cinese, rupia indiana e token di unità di conto BRICS. Il commercio globale di materie prime attraverso il Sistema BRICS supera i $2.000 miliardi, compromettendo gradualmente la domanda di dollaro statunitense nelle transazioni internazionali.

In ultima analisi, anche se gli Stati Uniti rimangono la più grande economia al mondo e mantengono ampi mercati dei capitali, il “privilegio esorbitante” di una dipendenza quasi universale dal dollaro è infranto. Emerge un ordine finanziario multipolare, con riserve, prezzi delle materie prime e flussi di capitale sempre più diversificati tra i diversi blocchi.

RISCHIO 4. Il riscaldamento globale causa un crollo immobiliare

I FATTI:

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (OMM), probabilmente il periodo 2025-2029 sarà il quinquennio più caldo mai documentato. Sia i livelli del mare sia le temperature si stanno alzando, con conseguenze per milioni di persone che vivono in zone costiere.

Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) prevede un probabile aumento dei livelli globali del mare compreso tra 0,15 e 0,29 metri entro il 2050, a seconda che le emissioni di gas a effetto serra siano molto basse o molto elevate. L’IPCC avverte anche: “A causa dell’innalzamento relativo del livello del mare, si stima che eventi estremi di livello del mare che si verificano una volta ogni 100 anni si presenteranno almeno una volta all’anno in oltre la metà di tutte le località in cui si misurano le maree, in tutti gli scenari considerati”4.

Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA)5, un aumento del livello del mare di circa 0,3 metri aumenterebbe in modo significativo la frequenza e la gravità di inondazioni costiere negli Stati Uniti.

Uno studio del 2025 ha rivelato che New Orleans nel delta del Mississippi, nello Stato della Louisiana meridionale, è a rischio di inondazioni catastrofiche a causa del livello del mare in crescita. Il rischio è aumentato per effetto dell’abbassamento del terreno6.

A Miami, le alluvioni si sono già accentuate per effetto della crescita del livello del mare. Secondo Brian Mcnoldy, ricercatore senior della Rosenstiel School of Marine, Atmospheric, and Earth Science dell’Università di Miami7, intorno alla costa di Miami il livello del mare si sta alzando più velocemente. Mentre il livello del mare è salito di circa 0,3 metri nel corso di 80 anni, il prossimo aumento di pari entità è previsto in soli 30 anni. Il seguente potrebbe verificarsi poi nell’arco di appena 10 anni.

Chart 4

POSSIBILE SCENARIO:

Il cambiamento climatico è un rischio in crescita. Eppure, poiché i leader globali tendono a concentrarsi solo sul ciclo elettorale successivo, le contromisure sono ritardate o sottofinanziate.

Entro il 2040 o 2050, l’aumento del livello del mare porta sottacqua parti di Miami, New Orleans e il Sud-Est Asiatico durante le tempeste e, in seguito, durante l’alta marea stagionale. Le compagnie di assicurazione smettono di erogare polizze per le proprietà ad alto rischio. Senza assicurazione, ottenere un mutuo diventa difficile o impossibile, poiché le banche non possono erogare prestiti su asset privi di copertura assicurativa.

I titoli garantiti da mutui ipotecari (mortgage-backed securities o MBS), pacchetti di mutui venduti agli investitori, subiscono un forte riprezzamento. Dilaga una “crisi climatica degli MBS”, che crea parallelismi con la crisi finanziaria globale del 2008, anch’essa originata nel settore dei mutui, anche se questa volta prodotta dal rischio climatico concreto piuttosto che dal rischio di credito. Le banche centrali globali non riescono a valutare la qualità del collaterale. I valori delle proprietà in aree costiere scendono in modo netto. Lo stesso avviene con immobili in aree aride e inclini agli incendi. Divampa un’ampia crisi finanziaria. Tuttavia, a differenza del 2008, la causa sottostante non può venire risolta con un salvataggio finanziario perché deriva da cambiamenti ambientali ora irreversibili. Questo inaugura una nuova era di instabilità finanziaria dovuta al clima.

Investire in modo resiliente

Non sappiamo se uno dei rischi di cui abbiamo parlato si concretizzerà. Magari nessuno di questi, ma le preoccupazioni degli investitori a loro riguardo sono sufficienti a muovere i mercati. In tempi di incertezza, è importante per gli investitori essere ben diversificati. Riteniamo che avere in portafoglio il tradizionale azionario long-only e le obbligazioni non basti più. Gli investitori dovrebbero considerare un aumento della diversificazione includendo asset alternativi come l’azionario market neutral, che ha una bassa correlazione con l’azionario e l’obbligazionario tradizionale.

Una strategia azionaria market neutral punta a generare alpha (rendimenti superiori a un benchmark di liquidità), piuttosto che dipendere dalla direzione del mercato. Bilanciando posizioni lunghe e corte, ha l’obiettivo di generare rendimenti non correlati all’andamento del mercato, offrendo una possibile resilienza in contesti sia di crescita che di contrazione. 

Fonte

1 Justine Barden, The US Energy Information Administration, 20 giugno 2025. Lo Stretto di Hormuz è il punto di transito di petrolio più importante al mondo.  Disponibile all’indirizzo: https://www.eia.gov/todayinenergy/detail.php?id=39932

2 Isabel Hilton, 5 ottobre 2024. Taiwan produce la maggioranza dei chip per computer del mondo. Ora sta esaurendo l’elettricità. Yale Environment 360 e Wired. Disponibile all’indirizzo: https://www.wired.com/story/taiwan-makes-the-majority-of-the-worlds-computer-chips-now-its-running-out-of-electricity/

3 Moody’s. 16 maggio 2025. Moody's Ratings declassa il rating degli Stati Uniti da Aaa a Aa1; modifica l’outlook a stabile https://www.moodys.com/web/en/us/about-us/usrating.html

4 Mariel Ferragamo, Council on Foreign Relations, 26 giugno 2025. Cos’è il Gruppo BRICS e perché si sta espandendo? Disponibile all’indirizzo: https://www.cfr.org/backgrounder/what-brics-group-and-why-it-expanding

5 IPCC, Climate Change 2023. Disponibile all’indirizzo: https://www.ipcc.ch/report/ar6/syr/downloads/report/IPCC_AR6_SYR_SPM.pdf

6 Andrew Freedman, 16 febbraio 2022, “Il livello del mare negli Stati Uniti salirà di un piede entro il 2050, causando “gravi inondazioni””, Axios. Disponibile all’indirizzo: https://www.axios.com/2022/02/15/new-sea-level-rise-forecast-warns-increasing-flooding

7 Simone Fiaschi et al. 27 giugno 2025. “Movimenti verticali del terreno nell’area metropolitana di New Orleans: approfondimenti sui fattori sottostanti e sull’impatto sulle infrastrutture di protezione dalle inondazioni”. Science Advances. Disponibile all’indirizzo: https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.adt5046

8   K. C. Sherman, 18 giugno 2024. “Il livello del mare sta salendo più velocemente, parti della Florida potrebbero essere sott’acqua entro il 2080”, CBS News, https://www.cbsnews.com/miami/news/sea-levels-rising-at-a-faster-pace-south-florida-trying-to-keep-up/

Rischi della strategia Jupiter Merian Global Equity Absolute Return

  • Rischio di investimento - Nonostante il Fondo abbia l’obiettivo di generare una performance superiore allo zero indipendentemente dalle condizioni di mercato, non vi è alcuna garanzia che raggiunga questo obiettivo. Inoltre, il Fondo può superare il proprio limite di volatilità. È possibile una perdita, parziale o totale, del capitale investito.
  • Rischio azionario - Il valore delle azioni delle aziende e di strumenti simili può diminuire o aumentare a seconda dell’andamento delle singole società e può risentire delle variazioni quotidiane dei mercati azionari e delle condizioni generali di mercato. Altri fattori che hanno un impatto sono notizie politiche ed economiche, risultati aziendali ed eventi societari rilevanti.
  • Rischio valutario - Il Fondo può essere esposto a valute diverse e può utilizzare tecniche volte a ridurre l’impatto delle variazioni dei tassi di cambio tra la valuta degli investimenti sottostanti e la valuta di base del Fondo. Tali tecniche potrebbero non eliminare completamente il rischio valutario. Il valore delle quote può quindi aumentare o diminuire in base ai movimenti dei tassi di cambio.
  • Rischio Stock Connect - Il Fondo può investire in azioni A cinesi tramite il programma China-Hong Kong Stock Connect. Questo è disciplinato da una normativa ancora non collaudata e soggetta a cambiamenti. Limitazioni operative e restrizioni alla proprietà straniera possono ostacolare l’attuazione della strategia d’investimento del Fondo.
  • Rischio di derivati - Il Fondo utilizza strumenti derivati per generare rendimento e/o ridurre i costi e il rischio complessivo del Fondo. L’uso di derivati comporta un rischio più elevato: un piccolo movimento del prezzo di un investimento sottostante può generare un movimento sproporzionatamente più ampio nel prezzo dell’investimento derivato. I derivati comportano anche un rischio di controparte, nel caso in cui l’istituzione con cui si stipula il contratto non rispetti gli impegni assunti.

Per una spiegazione più dettagliata dei rischi, si rimanda alla sezione “Fattori di rischio” del prospetto informativo. Il valore degli investimenti e il loro income possono diminuire o aumentare e gli investitori potrebbero non recuperare l’importo originariamente investito. Le variazioni dei tassi di cambio possono far aumentare o diminuire il valore degli investimenti all’estero. Si richiama l’attenzione sulla politica d’investimento indicata nel prospetto del Fondo.

Jupiter Merian Global Equity Absolute Fund

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