“I mercati finanziari si stanno rafforzando e faranno una parte del nostro lavoro”, ha dichiarato il governatore della Federal Reserve Christopher Waller, a dimostrazione che la retorica della Fed sul percorso della politica dei tassi d’interesse stia iniziando a cambiare.

Mentre i verbali di una recente riunione del FOMC parlano ancora di “procedere” con la politica attuale, il comitato sottolinea due volte che lo si deve fare “con cautela”. A nostro avviso, avrebbero dovuto fare più attenzione prima.

Le banche centrali, guidate da KPI quali l’inflazione e il tasso di disoccupazione, dettano la loro politica attraverso due degli indicatori più “ritardatari”. Ma se guardiamo gli indicatori anticipatori per avere una visione della strada da percorrere, possiamo vedere una serie di fattori che puntano verso la recessione.

Le nostre considerazioni a livello macroeconomico

  • Un Atterrissage difficile

    per l’economia degli Stati Uniti, a causa della contrazione monetaria e dell’inasprimento delle condizioni di prestito.
  • Forze recessive

    alimentate dalla contrazione dei risparmi delle famiglie e dal rallentamento del mercato del lavoro. .
  • Fine del ciclo di inasprimento

    il rallentamento della crescita e dei salari crea uno spazio d’azione per le banche centrali.
La politica monetaria interviene con “ritardi lunghi e variabili” e, mentre i numeri del PIL statunitense e i dati del mercato del lavoro (ad esempio, la disoccupazione) sono stati finora abbastanza solidi, cominciano ad apparire delle crepe: il settore manifatturiero rimane debole e anche il comparto dei servizi comincia a seguirlo.

La spesa al consumo è stata un fattore di sostegno fondamentale negli ultimi trimestri, in quanto i risparmi in eccesso sono stati riassorbiti nell’economia, ma (si veda il grafico sottostante) le riserve sono ormai esaurite per la grande maggioranza delle famiglie. In un simile contesto, è difficile capire come il momentum dei consumatori possa continuare a contribuire a una crescita robusta, soprattutto con la ripresa dei rimborsi del debito studentesco nel quarto trimestre.

Fonte: Federal Reserve, stime Bloomberg a Settembre 2023. Nota: Marzo 2020 = 100

Sebbene il mercato del lavoro rimanga forte in apparenza, stiamo iniziando a vedere qualche cambiamento strutturale. Il tasso di disoccupazione continua a salire, superando il consensus di settembre al 3,8%. Allo stesso modo, la diminuzione dei tassi di dimissioni e l’aumento delle perdite di posti di lavoro permanenti indicano un certo allentamento del mercato del lavoro, mentre il numero dei dipendenti a tempo determinato e delle ore di straordinario effettuate indicano un ulteriore rallentamento.

Inoltre, sembra che molti operatori di mercato abbiano smesso di occuparsi dello stato del sistema bancario statunitense. Come mostra il grafico sottostante, c’è ancora un abisso tra i costi dei depositi per le banche commerciali e i rendimenti offerti dagli strumenti del mercato monetario, con l’incertezza dei depositi o la riduzione della redditività come conseguenza molto probabile. Le recenti tendenze degli attivi bancari e dei prestiti commerciali e industriali, ora in territorio di contrazione, mostrano chiaramente le conseguenze dell’inasprimento nel comparto del credito. Ciò dovrebbe rappresentare un ulteriore elemento avverso per l’economia in generale e per il mercato del lavoro.

Fonte: Dati Bloomberg al 30.09.23

Da un punto di vista più positivo, vediamo un progresso chiaro nel percorso di disinflazione in molte delle principali economie, i cui trend nelle catene di approvvigionamento e nei mercati delle materie prime mostrano un’ulteriore disinflazione in arrivo. Stiamo monitorando con attenzione il recente andamento dei mercati energetici e in particolare dei prezzi del greggio, soprattutto in relazione all’attuale instabilità nel Medio Oriente. L’effetto combinato di un dollaro più forte, di un aumento dei prezzi dei carburanti in un momento di extra-risparmi più contenuti e con il riavvio dei rimborsi dei prestiti agli studenti riteniamo sia un mix “esplosivo” per i consumatori statunitensi. Vale la pena ricordare che qualsiasi aumento del prezzo del petrolio, in questo momento, non farà altro che deviare la spesa da altre aree dell’economia.

In un simile contesto, riteniamo che i prossimi 6-12 mesi dovrebbero fornire alle banche centrali di tutto il mondo buoni motivi (o forse la necessità) per essere meno “falchi”. Le banche centrali dei mercati sviluppati sembrano ancora piuttosto legate ai dati, ma guardando ai mercati emergenti vediamo già alcuni tagli dei tassi. Brasile e Cile hanno già iniziato il loro ciclo di riduzione dei tassi, così come l’Ungheria. Si tratta delle stesse banche centrali che hanno iniziato ad aumentare i tassi due anni fa e potrebbero essere un buon indicatore per i mercati sviluppati.

Infine, la Cina è l’elefante nella stanza. Sebbene i dati di agosto abbiano mostrato un certo miglioramento, rimangono deboli. Non crediamo che le attuali misure di sostegno varate dal governo siano sufficienti a risolvere gli squilibri strutturali del mercato immobiliare, tenuto conto che il 20-30% del PIL proviene proprio dall’edilizia. L’immobiliare cinese è la più grande asset class del mondo. È improbabile che le misure frammentarie annunciate finora abbiano un effetto duraturo.

Un’allettante opportunità di investimento

Gli operatori di mercato farebbero bene a ricordare che i cambiamenti di politica monetaria possono essere lenti a manifestarsi. Tuttavia, la storia suggerisce che quando l’impatto si fa sentire può essere anche drammatico e molto brusco.

In un contesto in cui l’inflazione si allontana, la crescita vacilla e il quadro occupazionale si aggrava, la politica da falco della Federal Reserve diventerebbe rapidamente insostenibile e si dovrebbe procedere a una serie di tagli. A nostro avviso, ciò rende il comparto del reddito fisso estremamente promettente dal punto di vista dell’investimento.

Siamo fermamente convinti della nostra view macroeconomica, ma ovviamente sappiamo che nulla è garantito e che ci sono fattori che potrebbero allontanarci da questo percorso. Il mondo è un luogo imprevedibile e volatile, caratteristiche che sono sotto gli occhi di tutti. Qualunque sia il destino dei mercati obbligazionari, tuttavia, l’ampia gamma di asset class a reddito fisso disponibile ci permette di affermare che un portafoglio obbligazionario globale flessibile e dinamico dovrebbe avere a disposizione gli strumenti necessari per affrontare la sfida. A nostro avviso quindi, pensiamo che investire nel reddito fisso offre opportunità interessanti.
Rischi specifici del fondo
Questo fondo può investire oltre il 35% del suo valore in titoli emessi o garantiti da uno Stato SEE. Il/i comparto/i può/possono essere soggetto/i a vari altri fattori di rischio. Per ulteriori informazioni si rimanda al Prospetto informativo.

Rischi specifici del fondo

Questo fondo può investire oltre il 35% del suo valore in titoli emessi o garantiti da uno Stato SEE. Il/i comparto/i può/possono essere soggetto/i a vari altri fattori di rischio. Per ulteriori informazioni si rimanda al Prospetto informativo.

Rischio monetario – Il Fondo può essere esposto a diverse valute e i movimenti dei tassi di cambio possono causare la riduzione o l’aumento del valore stesso dell’investimento.

Obbligazioni sub investment grade – Il Comparto può investire una parte significativa delle proprie attività in titoli con rating inferiore al giudizio dato da un’agenzia di rating del credito. Tali titoli presentano un rischio maggiore di perdita di capitale o di mancato adempimento degli obblighi di pagamento del rendimento rispetto alle obbligazioni con rating investment grade più elevato.

Rischio di tasso d’interesse – Il Comparto può investire in attività il cui valore è sensibile alle variazioni dei tassi d’interesse (ad esempio le obbligazioni), il che significa che il valore di questi investimenti può fluttuare significativamente con il movimento dei tassi d’interesse, ad esempio il valore di un’obbligazione tende a diminuire quando i tassi d’interesse aumentano.

Rischio di credito – The issuer of a bond or a similar investment within the Fund may not pay income or repay capital to the Fund when due. L’emittente di un’obbligazione o di un investimento simile all’interno del Comparto potrebbe non riconoscere un rendimento o rimborsare il capitale investito alla scadenza.

Rischio di prezzo – Le oscillazioni dei prezzi delle attività finanziarie comportano la possibilità che il valore delle attività diminuisca o aumenti, con un rischio amplificato in condizioni di mercato più volatili.

Obbligazioni convertibili contingenti – il Fondo può investire in obbligazioni convertibili contingenti. Questi strumenti possono subire perdite significative in base a determinati eventi scatenanti. In particolare, tali eventi possono comportare una perdita parziale o totale del valore, oppure la conversione degli investimenti in azioni, entrambe eventualità che potrebbero comportare perdite significative.

Rischio di derivati – Il Fondo può utilizzare derivati per generare rendimenti e/o ridurre i costi e il rischio complessivo del Fondo. L’utilizzo di derivati può comportare un livello di rischio più elevato. Un piccolo movimento nel prezzo di un investimento sottostante può tradursi in un movimento sproporzionatamente grande nel prezzo dell’investimento derivato.

Rischio di controparte – Il rischio di perdite dovute all’inadempienza di una controparte, ad esempio su un contratto derivato o su un depositario che custodisce le attività del Fondo.

Oneri da capitale – Alcuni o tutti gli oneri del Fondo sono prelevati dal capitale. Se la crescita del capitale del Fondo non è sufficiente, ciò può causare un’erosione del capitale stesso.

Per una spiegazione più dettagliata dei rischi, si rimanda alla sezione “Fattori di rischio” del prospetto informativo.

Il valore delle menti attive – il pensiero indipendente:
Una caratteristica fondamentale dell’approccio agli investimenti di Jupiter è che rifuggiamo dall’adozione di una house view, preferendo invece consentire ai nostri gestori specializzati di formulare le proprie opinioni sulle rispettive asset class. Di conseguenza, si noti che le opinioni espresse – anche su questioni relative a considerazioni ambientali, sociali e di governance – sono quelle dell’autore o degli autori e possono differire da quelle di altri professionisti degli investimenti di Jupiter.

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Il presente documento è destinato ai professionisti dell’investimento e non è destinato all’uso o al beneficio di altre persone, compresi gli investitori retail.

Il presente documento ha finalità esclusivamente informative e non costituisce una consulenza di investimento. I movimenti del mercato e dei tassi di cambio possono causare la diminuzione o l’aumento del valore di un investimento, con la possibilità di recuperare meno di quanto investito inizialmente. Le spese iniziali possono avere un effetto proporzionale maggiore sui rendimenti se gli investimenti vengono liquidati a breve termine.

I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Gli esempi di società/aziende/aziende sono solo a scopo illustrativo e non costituiscono una raccomandazione all’acquisto o alla vendita. I rendimenti quotati non sono una guida o una garanzia per il livello atteso di distribuzioni da ricevere. Il rendimento può fluttuare significativamente in periodi di estrema volatilità economica e di mercato. I premi /e le valutazioni non devono essere considerati come una raccomandazione. Le opinioni espresse sono quelle del/i Gestore/i del Fondo/Autore al momento della stesura/preparazione, non sono necessariamente quelle di Jupiter nel suo complesso e possono essere soggette a variazioni. Ciò è particolarmente vero nei periodi di rapida evoluzione dei mercati. Si compie ogni sforzo per garantire l’accuratezza delle informazioni fornite, ma non si fornisce alcuna assicurazione o garanzia.

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