L'inflazione è un problema passato, quale sarà il prossimo?
Nonostante le banche centrali continuino a combattere l'inflazione, Ariel Bezalel e Harry Richards sostengono che si tratti di una preoccupazione passata. Cosa dovrebbe temere ora la Fed?
Le banche centrali sono ancora concentrate sull’inflazione, che però ci aspettiamo scenda velocemente. Ciò che dovrebbe preoccupare maggiormente i responsabili politici è invece la crescita: molti segnali indicano una crescita più debole e ci sembra difficile che gli Stati Uniti riescano a evitare uno scenario di deterioramento.
Uno dei motivi principali alla base della nostra view di una crescita più contenuta e di un’inflazione più bassa è la straordinaria quantità di inasprimenti che le economie globali hanno registrato negli ultimi 15 mesi. La crescita della massa monetaria negli Stati Uniti sta registrando la riduzione più rapida dagli anni ’30 (il quadro è simile in Europa e nel Regno Unito).
La politica monetaria agisce con ” lunghi e variabili ritardi “. La maggior parte degli aumenti statunitensi è avvenuta solo nella seconda metà del 2022, quindi non ha ancora colpito l’economia. Prevediamo l’inizio di un ciclo di allentamento, guidato forse dalle banche centrali dei mercati emergenti, con la riduzione dei tassi da parte della Federal Reserve verso la fine dell’anno.
Piccole banche, grandi problemi
Oggi le piccole banche prestano al settore immobiliare commerciale circa 2,5 volte di più rispetto alle grandi banche. Il rifinanziamento degli immobili sarà sempre più difficile (e più costoso), mentre i tassi di sfitto degli uffici hanno toccato i massimi storici. Le banche più piccole sono anche fondamentali per fornire prestiti alle piccole e medie imprese che non possono accedere ai mercati dei capitali come le grandi aziende. Ciò è importante perché queste imprese forniscono circa la metà dei posti di lavoro dell’economia statunitense.
La relazione storica tra l’inasprimento degli standard di prestito e l’aumento della disoccupazione è chiara:
I mercati del credito, guidati da quello high yield, hanno continuato a registrare buoni risultati e non stanno scontando il rallentamento che prevediamo. Abbiamo gradualmente ridotto la nostra esposizione al credito e probabilmente continueremo a farlo nei prossimi mesi.
Nel frattempo, l’attenzione rimane concentrata su settori difensivi, strutture garantite e preferenza per le obbligazioni con scadenza breve o data di rimborso ravvicinata.
Ora che il tetto del debito è stato alzato, la ricostituzione del bilancio generale del Tesoro degli Stati Uniti comporterà un aumento significativo nell’emissione di T-Bill e Treasury. Ciò estrarrà una quantità significativa di liquidità dal sistema finanziario, in un momento in cui la Fed sta già percorrendo la strada di un inasprimento quantitativo fino a 95 miliardi di dollari al mese.
Le prospettive per il credito sono più sfumate man mano che l’economia globale rallenta: è probabile che i tassi di insolvenza aumentino e alcune società scopriranno che la loro struttura del capitale non è più sostenibile con costi di indebitamento più elevati. Tuttavia, i dati mostrano che a questi livelli, l’high yield ha storicamente prodotto un rendimento positivo nell’arco di 12 mesi per la maggior parte del tempo e una performance a due cifre nella metà del tempo. Evitando i perdenti, ci sono interessanti opportunità sul mercato e rimaniamo investiti, ma con cautela.
Jupiter Dynamic Bond Fund
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