Dopo un paio di mesi deludenti per il fondo Jupiter Gold & Silver, da luglio l’argento ha riportato performance più deboli rispetto all’oro (come ci si aspetterebbe in un mercato in cui i flussi continuano a singhiozzo fino a quasi fermarsi) e il posizionamento del fondo (circa 50:50 oro/argento) ha portato a una relativa sottoperformance, proprio come si tende ad assistere a periodi di performance relativamente forte con un rapporto oro/argento in calo.

 

I risultati del Q2 delle società minerarie sono stati più solidi rispetto a quelli del Q1 (che è stato un trimestre difficile) e ci aspettiamo dati relativamente robusti nel Q3.  La performance operativa a livello di società minerarie è in contrasto con il sentiment generale verso i metalli preziosi, che rimane debole dopo un periodo di flessione al dettaglio che è andato avanti dalla primavera. 

Gli investitori istituzionali e che seguono i trend (hedge fund e long-only) hanno abbandonato il settore in gruppo alla fine del 2020 dopo avervi guardato per un breve periodo, ma i retail e i long strategici sono rimasti fino ad aprile/maggio di quest’anno, quando anche gli investitori retail hanno iniziato a gettare la spugna.  Tutto questo ha fatto sì che le valutazioni delle azioni minerarie restassero deboli, ma anche pronte a muoversi fortemente al rialzo, dato il basso volume di scambi.

 

I metalli monetari stessi, così come il fondo, sono e continuano a essere spinti dal movimento delle aspettative sui tassi di interesse reali.  Nel mercato obbligazionario, l’ulteriore enfasi sulle misure di inasprimento (sia il tapering sia le ipotesi di mercato sui rialzi futuri dei tassi) durante le riunioni della Fed e a Jackson Hole hanno mantenuto gli investitori in una mentalità marginalmente hawkish.  Inoltre, il mercato obbligazionario continua a prezzare l’inflazione come “transitoria”. 

I presupposti necessari a giustificare la performance recente (sia dell’oro/argento sia del fondo) sono:  

 

  1. l’inflazione è solo transitoria
  2. il tapering è in arrivo, e
  3. lo sono anche i rialzi dei tassi.

 

Se una sola di queste ipotesi viene meno, allora il fondo e il settore dovrebbero riportare un rally.  Personalmente, la mia opinione è che è più probabile che tutte e 3 le ipotesi siano sbagliate piuttosto che tutte e 3 siano giuste.  Il fondo resta posizionato principalmente sui produttori di oro e argento con flussi di cassa positivi in giurisdizioni di buona qualità, assieme ad alcuni sviluppatori ed esploratori ben finanziati.

 

È stato un anno frustrante, l’inflazione che torna apparentemente ovunque, i bilanci delle banche centrali in crescita e lo stress geopolitico sono tutti elementi che fanno pensare che il settore dovrebbe beneficiare di un fattore macro a supporto che deve ancora riflettersi sui mercati.  Finché sul fronte della liquidità globale e del mercato obbligazionario continueranno a essere valide le ipotesi di cui sopra sulla politica e l’inflazione, avremo difficoltà a catturare lo slancio.  È possibile, naturalmente, che l’inflazione scompaia rapidamente, che il tapering sia più grande e più veloce del previsto, con rialzi dei tassi più ampi e più rapidi.   La mia ipotesi, tuttavia, è che queste promesse di un atteggiamento più restrittivo da parte delle banche centrali – e le loro dichiarazioni per cui l’inflazione è “solo un blip” – finiranno per essere solo una “guidance” che è venuta meno di fronte alle enormi questioni sistemiche che restano irrisolte.

Il valore delle menti attive: pensiero indipendente