Da inizio anno, il 2021 ci ha dimostrato che saper affrontare l’imprevedibile è cruciale quando si investe nel debito dei mercati emergenti (debito dei ME). Malgrado il boom atteso, gli indici sono in territorio negativo. Notizie di primo piano hanno innescato volatilità localizzate. Alejandro Arevalo, Head of EMD, cerca di fare luce sulla situazione e ci spiega come mira a generare alfa quest’anno e negli anni successivi.
Con l’arrivo del 2021 tutti gli sguardi erano puntati sul debito dei ME: l’indebolimento del dollaro, la ripresa dalla pandemia e una politica estera statunitense più accomodante sotto l’amministrazione Biden sono venuti a sommarsi ai punti di forza strutturali del debito emergente, ossia l’accesso alla crescita economica, il vantaggio in termini di rendimento relativo e la presenza di solidi emittenti.
È tutta una questione di tassi
Perché quindi il debito dei ME non ha finora registrato le performance attese per quest’anno? La risposta risiede nei tassi: i principali driver di performance sono stati i tassi di interesse USA. Il movimento al rialzo dei tassi USA ha penalizzato le obbligazioni investment grade e sovrane dei mercati emergenti. In particolare, l’indice delle obbligazioni sovrane, la cui duration è molto più elevata rispetto a quella dell’indice dei titoli corporate, è sceso del 5% raggiungendo il suo minimo storico a marzo, il credito investment grade è crollato a -1,9%, mentre il credito high yield è rimasto in territorio positivo. Ad aprile, prima che i tassi USA risalissero, l’indice delle obbligazioni sovrane era in rialzo di oltre il 2%.
I tassi USA spiegano i rendimenti del debito dei ME da inizio anno
US rates explain EMD returns so far in 2021

Fonte: Bloomberg. Rendimento totale della cedola del Treasury USA note al 1,625% con scadenza il 15.02.26; Bloomberg Barclays US Corporate Bond Index, JP Morgan EMBI Diversified Composite Index, JPM CEMBI Broad Diversified Index, JPM CEMBI Diversified High Yield Index

Una serie di sorprese
L’altro elemento chiave dell’andamento di quest’anno è stata una successione di eventi inaspettati, non connessi tra loro ma che hanno innescato volatilità. A metà marzo, il Presidente turco Erdogan ha dimesso dall’incarico il direttore della banca centrale del paese, troppo favorevole ai mercati. In reazione, la lira turca ha perso il 15% in poche ore. Poi, a inizio aprile, abbiamo cominciato a leggere sui social network, durante il periodo di blackout, voci secondo le quali la società statale cinese Huarong si trovava sull’orlo del default sul suo debito estero. Sebbene queste voci si siano rivelate solo pettegolezzi, il valore delle obbligazioni si è praticamente dimezzato nella prima metà del mese. In seguito, prove di una maggiore attività delle forze armate al confine tra la Russia e l’Ucraina hanno fatto temere che il conflitto che agita i due paesi dal 2014 potesse esplodere in una guerra aperta. In reazione, le obbligazioni hanno registrato vendite in entrambi paesi. Recentemente, in Perù, il candidato di sinistra Pedro Castillo ha vinto a sorpresa il primo turno elettorale e sembra più vicino alla vittoria anche nel ballottaggio. Gli asset peruviani hanno registrato una forte correzione.
Gli effetti di propagazione appartengono al passato

Da inizio anno, invece dell’afflusso di capitale e delle solide performance previste, abbiamo quindi assistito a molto rumore nel debito dei ME, dal rialzo dei tassi statunitensi a diversi eventi idiosincratici inaspettati. Quali sono le implicazioni future per l’asset class?

 

Facendo un passo indietro ci sono ragioni per vedere aspetti positivi per il debito dei ME negli andamenti di quest’anno. Il fatto che il principale driver di performance sia stata la correzione dei Treasury USA è il segnale che l’asset class si comporta esattamente come potremmo aspettarci che il credito dei mercati sviluppati si comportasse. Inoltre, i quattro eventi idiosincratici si sono risolti senza intoppi – all’eccezione forse del Perù, dove il ballottaggio deve ancora avere luogo, anche se lo scarto nei sondaggi si è ridotto. Non ci sono stati effetti di propagazione in nessuna di queste regioni, né all’interno dell’asset class.

 

La principale conclusione che traiamo da quest’anno è che tutto quello a cui abbiamo assistito indica una maggiore maturità del debito dei ME in quanto asset class. Gli shock e i traumi che eravamo abituati a vedere in questa asset class appartengono ormai al passato. Allo stesso tempo, il debito dei ME è uno dei rari universi rimasti in cui gli investitori possono ancora trovare un buon livello di rendimento: il 5,0 % nel caso dell’indice delle obbligazioni sovrane e il 4,3 % per il debito societario. In un mondo in cui soltanto l’11% dei titoli a reddito fisso ha un rendimento superiore al 3 %, è un elemento molto interessante per gli investitori.

Alla ricerca di alfa nel debito dei ME

Infine, il debito dei ME è anche fonte di alfa e di esposizione alla crescita economica. Nel segmento delle obbligazioni societarie in particolare, possiamo trovare numerosi emittenti con bilanci solidi e livelli di indebitamento ragionevoli, con opportunità di crescita, e che offrono un rendimento ben superiore a quello dei mercati sviluppati. Da un punto di vista ESG, gli investitori e gli emittenti di debito dei ME stanno diventando sempre più consapevoli degli standard da rispettare per attrarre i capitali, è questa rappresenta un’altra evoluzione positiva.

 

Su base regionale, il nostro sovrappeso più significativo riguarda l’America Latina, dove vediamo opportunità bottom-up nei titoli esposti al rialzo dei prezzi delle materie prime e dell’energia, e gli Stati Uniti in quanto leader della crescita mondiale. Siamo inoltre sovrappesati in Africa, dove apprezziamo i fondamentali di alcuni emittenti sovrani. La nostra principale sottoponderazione riguarda l’Asia, dove la liquidità è più bassa, e la fase di ripresa post-pandemia è già stata in gran parte superata. Uno dei vantaggi dell’investire nel debito dei ME, piuttosto che focalizzarsi sull’high yield asiatico, è che non è necessario avere un’esposizione concentrata sulla Cina; la recente volatilità di Huarong ha mostrato i vantaggi di questa diversificazione.

 

L’inizio dell’anno ci ha riservato sviluppi diversi da quelli che tutti si aspettavano nel debito dei ME, tuttavia andando oltre le apparenze vediamo un’asset class che evidenzia un comportamento più simile a quello dei mercati sviluppati rispetto al passato dal punto di vista del rischio ma, dal punto di vista delle performance, i rendimenti più elevati e l’accesso alla crescita e all’alfa sono molto più interessanti.

1 Source: Bloomberg. Year to date drawdown of JPM EMBI, CEMBI High Grade and CEMBI High Yield indices, 11 May 2021
2 Source: Bloomberg, 11 May 2021
3 Source: Bloomberg, 7 May 2021

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